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La chiesa di S. Antonio

 

La chiesa di S. Antonio di Padova "a Fulgenzio" sorge nella parte nuova della città, staccata dal centro storico ed immersa nell'attuale quartiere residenziale. In realtà, alla sua costruzione, essa si trovava immersa nelle campagne, tra antiche cave di pietra, di cui ancora se ne scorge la presenza nel giardino del convento. Fu costruita agli inizi del XX secolo, in stile neoromanico e neogotico, presso la villa cinquecentesca extraurbana del nobile leccese Fulgenzio Della Monica, acquistata dalla nobildonna Letizia Balsamo per donarla ai frati, al fine di avere la giusta dimora dopo le soppressioni degli ordini religiosi. La chiesa, che con la sua cupola ribassata e i suoi due campanili definisce lo skyline dell'intero quartiere, conserva le pregevolissime pitture murarie di Raffaello Pantaloni, che coprono l'intera parte absidale e del transetto, e che la rendono uno dei monumenti più belli e visitati della città.

A partire dal 2021 la chiesa è stata elevata al rango di santuario diocesano.

 

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LE PITTURE MURARIE

Splendore neogotico

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Le pitture di Raffaello Pantaloni, realizzate tra il 1927 e il 1952, coprono tutti e tre gli absidi del transetto. Seguendo lo stile di Achille Casanova che alla fine del XIX secolo aveva decorato parti della basilica del Santo a Padova, Raffaello Pantaloni crea uno spazio visivo in cui trovano posto le storie di S. Antonio, quelle della Vergine e quelle di S. Francesco. 

La cupola ribassata, sorretta dai peducci con quattro angeli osannanti, raffigura l'apoteosi di S. Francesco d'Assisi e Antonio di Padova, in un cielo al cui centro risplende il nome di Gesù e incorniciato dalla Trinità e dalla Vergine in trono.

Oltre alla chiesa, sono decorate anche le ali del coro superiore, dove trova posto l'artistico baldacchino del vecchio altare.

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IL TEMPIO 

Le opere d'arte

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Oltre alle pitture murarie di Raffaello Pantaloni, la chiesa di S. Antonio a Fulgenzio conserva considerevoli opere d'arte, ad iniziare dalle tele dei suoi altari.

Costruiti a struttura ogivale, tipica del neogotico,  dagli scultori Ariosto Ammassari ed Ettore Pesci, custodiscono le dodici tele realizzate da Giovanni Stano, Luigi Scorrano e Raffaele Maccagnani.

Anche il pavimento ha la sua valenza: si tratta, infatti, di un'opera dei Fratelli Peluso, in litocemento ad effetto mosaico, tecnica particolarmente in voga nel gusto Liberty  agli inizi del '900.

Di notevole valore la statua del Santo, in cartapesta leccese, realizzata da Salvatore Saquegna, tra i più illustri maestri dell'arte cittadina.

​Alle opere del passato, si è aggiunto nel 2001 il nuovo presbiterio, presentato da Signum Centro per l'Arte di Roma coordinato dall'architetto Rosario Scrimieri e realizzato dallo scultore Armando Marrocco. 

Gli arredi sono tutti in marmo rosa del Portogallo, ad eccezione del tabernacolo, realizzato in granito blu del Brasile e alabastro di Volterra, con le ante in argento dorato. Con le opere di Marrocco, la chiesa di S. Antonio a Fulgenzio può considerarsi anche un luogo imprescindibile per l'arte contemporanea.

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I PERSONAGGI

Le sepolture

Nella chiesa trovano riposo i resti mortali di due personaggi legati alla storia francescana. 

Da gennaio del 2020, presso l'altare di S. Bonaventura, riposa Roberto Caracciolo, frate leccese, vescovo di Aquino e Lecce, tra i più importanti intellettuali dell'Europa del XV secolo. La forza della predicazione di Caracciolo ha modellato l'intera cultura occidentale andando a influenzare anche l'opera di artisti del rango di Leonardo, Raffaello ed Antonello da Messina.

Oltre a Roberto Caracciolo, è presente la sepoltura del venerabile Giuseppe Ghezzi. Figlio del duca di Carpignano e della baronessa di Soleto, scelse la vita religiosa con l'ordine francescano, non ostentando mai la sua nobiltà e cultura. Noto tra la gente col nome di "Conte con la bisaccia", la chiesa di S. Antonio a Fulgenzio ne custodisce anche le memorie.

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